Ora non è più soltanto un’ipotesi. Il divorzio tra Andrea Bargnani e i Toronto Raptors si sta concretizzando. Il nuovo general manager Masai Ujiri ha messo come priorità quella di cedere il Mago, magari evitando di ricorrere all’amnesty, la clausola che consente a ogni di squadra di tagliare un giocatore, uno e uno solo, pagandogli tutto lo stipendio, ma senza che però vada a condizionare il salary cap e la luxury tax. In parole povere si paga un giocatore per andar via, senza avere nulla in cambio, ma togliendolo dal monte stipendi. Toronto invece vorrebbe far partire Bargnani, evitando di sborsare i 23 milioni per i prossimi due anni.
La separazione è la soluzione ideale anche per l’azzurro. Il rapporto con la società e soprattutto con il pubblico è ormai deteriorato. Il Mago non sente fiducia attorno a sé. Deve cambiare aria, meglio ancora sistema di gioco. Ha bisogno di un contorno organizzato, un sistema di gioco meno personalizzato. Insomma San Antonio sarebbe perfetto, ma anche Chicago non sarebbe da scartare. Il passato di Bargnani parla chiaro. Ha bisogno di una personalità forte al suo fianco, proprio come Ettore Messina alla Benetton. Popovich e Tibodeau sono noti per la propria autorità, per l’organizzazione. L’ex coordinatore della difesa dei Boston Celtics sarebbe anche in grado di migliorarlo in difesa come ha fatto con Marco Belinelli.
Ora bisogna aspettare. Dall’inizio di luglio il nome di Andrea inizierà a circolare insistentemente, anche se non bisogna escludere che possa clamorosamente entrare in qualche trade durante il draft del 27 giugno. Atlanta, Golden State, anche i Los Angeles Lakers hanno già manifestato interesse. Si tratta di capire cosa proporranno in cambio. Bargnani ha bisogno di cambiare, di trovare però il posto giusto per rilanciarsi.
